La settimana politica che sta terminando, poteva essere come le altre di questo 2020: seria ma non drammatica. Ma da venerdì sera, nel panorama politico nazionale è entrato prepotentemente in scena il coronavirus. Abbiamo avuto in poco tempo quasi 150 casi di contagio nel nostro Paese, 3 morti e un consiglio dei ministri, convocato d’urgenza ieri pomeriggio presso la sede della Protezione Civile a Roma, in cui l’esecutivo Conte, di concerto con diversi governi regionali del Nord del nostro Paese, ha deciso l’isolamento di alcune zone della Lombardia e del Veneto, la sospensione di qualsiasi attività, evento sportivo, musicale o teatrale che comporti un assembramento di persone e altre misure atte al contenimento della epidemia di questo virulento virus che ha un basso tasso di mortalità per fortuna, ma che comunque può mettere k.o. un Paese, se la sua diffusione aumentasse in maniera esponenziale, bloccando i meccanismi del Servizio Sanitario Nazionale.
Così di colpo le polemiche, la dialettica all’interno della maggioranza che sostiene il Governo del Premier pugliese, si sono per così dire “congelate”. E’ stato per primo, il leader di “Italia Viva”, Matteo Renzi, a lanciare dal podio della assemblea nazionale di sabato 22 febbraio a Roma, un appello per uno spirito “bipartisan”. La sensazione di trovarsi di fronte ad un evento potenzialmente dirompente per le sorti sanitarie ma soprattutto economiche della nostra Repubblica, ha evidentemente spinto l’ex Presidente del Consiglio a rinviare “sine die” la resa dei conti col Presidente Conte prevista per la settimana entrante con un incontro a Palazzo Chigi, in cui la delegazione del partito renziano avrebbe messo sul tavolo alcune proposte di cambiamento di rotta del programma di governo, che difficilmente il Premier in carica avrebbe potuto accettare in toto.
Tra queste spicca quella inerente ad un appello per una riforma costituzionale molto impegnativa e coraggiosa, quale quella del “Sindaco d’Italia”, ovvero l’idea di procedere alla elezione diretta del Premier con doppio turno di ballottaggio come accade attualmente per i sindaci nei comuni sopra i 15000 abitanti. Una proposta, quella di Matteo Renzi, che è indubbiamente una “sana provocazione” per riaprire un dibattito sulle riforme costituzionali, anche per controbilanciare una probabile imminente entrata in vigore di una altra riforma, targata M5S, quella che sarà sottoposta a referendum costituzionale confermativo il prossimo 29 marzo, che prevede la riduzione dalla prossima legislatura del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori elettivi da 315 a 200.
La settimana politica a livello globale, ha visto sicuramente il tema del “CoronaVirus” ricoprire ancora un ruolo fondamentale. Il Fondo Monetario Internazionale, sta stilando previsioni alquanto negative sulla crescita globale del Pil. La Repubblica Popolare Cinese vive ancora più di tutti, la situazione nella sua drammaticità. Oggi il Presidente Xi Jinping ha sottolineato come questa sia la “più grave crisi sanitaria dal 1949”.
Negli Usa, nella giornata di sabato 22 febbraio, si è svolta l’elezione primaria del Partito Democratico nello stato del Nevada. Bernie Sanders, il candidato “socialista” ha ottenuto una vittoria netta col 46%, lasciando dietro a 20 punti percentuali il “redivivo” Joe Biden. Secondo diversi osservatori, la vittoria nello stato dei casinò del senatore del Vermont, potrebbe essere una ottima rampa di lancio per una vittoria per la conquista definitiva della nomination democratica.
Donald J. Trump ne è contento. Si è congratulato con Sanders, anche perché probabilmente ritiene che un candidato troppo spostato ” a sinistra” del partito dell’asinello non potrebbe che essere la migliore garanzia per la sua vittoria a novembre per le elezioni presidenziali americane.