Il rapporto dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali non poteva non parlare del tema dei cosiddetti “Big Data”. Per Soro vi sono “troppi Grandi Fratelli che governano la rete” e la possibilità per questi soggetti di accedere ad un patrimonio di conoscenza gigantesco si trasforma in un grosso rischio, quello di poter creare dei meccanismi di influenza verso il singolo individuo e poi nella collettività”.
La relazione annuale del Presidente dell’Autorità di Garanzia della Privacy, Antonello Soro, svolta il 6 giugno all’interno della Camera dei Deputati, oltre ad essere un lucido bilancio dell’attività svolta nel 2016 è stata anche una sorta di vademecum futuro in vista dell’entrata in vigore dell’applicazione del nuovo Regolamento Ue.
Concetto che poi porta direttamente ad un altro aspetto del Rapporto Annuale del Garante, quello della cybersicurezza, che in questo primi decenni di XXI secolo si può tramutare in rischi maggiori di proselitismo per il terrorismo internazionale o inversamente nella capacità di sferrare ( potenzialmente) attacchi letali per il sistema di vita occidentale.
A questi aspetti e anche ad altri, il Garante ha dato nell’anno precedente, come testimoniato dal Report annuale, risposte molto efficaci sia in termini quantitativi che qualitativi.
Nell’ambito della cybersecurity ha svolto un attività di vigilanza autonoma ma anche correlata a specifiche segnalazioni o comunicazioni relative a violazioni di dati personali. Ciò sia in ambito pubblico che privato.
Per quello che riguarda il mondo del lavoro nella relazione 2016 dell’Autorità si possono trovare le nuove regole per l’uso delle nuove tecnologie a seguito della entrata in vigore del Jobs Act.
Ma sicuramente l’atto più interessante del 2016 è stato il “veto” che il Garante ha imposto a chi voleva realizzare un progetto per la misurazione della “reputation” dei cittadini attraverso un algoritmo.
L’impegno del Presidente Soro è quello di “vigilare” sui confini tra la privacy e una rete web che oltre ad offrire tante opportunità è pronta volontariamente ( o involontariamente) a invadere lo spazio della prima, dando un significato diverso e ristretto alla vita dei cittadini.